XV.
Fece il magnanimo cavaliere il morto corpo di Dante d’ornamenti poetici sopra uno funebre letto adornare; e quello fatto portare sopra gli omeri de’ suoi cittadini piú solenni, infino al luogo de’ frati minori in Ravenna, con quello onore che a sí fatto corpo degno estimava, infino quivi quasi con publico pianto seguitolo, in una arca lapidea, nella quale ancora giace, il fece porre. E, tornato alla casa nella quale Dante era prima abitato, secondo il ravignano costume, esso medesimo, sí a commendazione dell’alta scienzia e della vertú del defunto, e sí a consolazione de’ suoi amici, li quali egli avea in amarissima vita lasciati, fece un ornato e lungo sermone; disposto, se lo stato e la vita fossero durati, di sí egregia sepoltura onorarlo, che, se mai alcuno altro suo merito non l’avesse memorevole renduto a’ futuri, quella l’avrebbe fatto.